Carlo Maderno fu uno degli architetti più importanti attivi a Roma tra lo scorcio del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo. Nato a Capolago nel 1556 e trasferitosi nella città dei papi su invito dello zio Domenico Fontana, Maderno, che inizialmente lavora come scalpellino, risente da una parte della tradizione architettonica cinquecentesca, derivata dal Vignola e aperta ad influenze michelangiolesche, dall’altra del nascente gusto barocco seicentesco. Il suo nome appare legato, in specie, al completamento di alcune fabbriche iniziate da Francesco da Volterra (cappella Salviati nella chiesa di S. Gregorio al Celio, chiese di S. Giacomo degli Incurabili e di S. Silvestro in Capite) e Giacomo della Porta (cappella Aldobrandini in S. Maria sopra Minerva). Fra le sue opere romane più importanti si ricordano la facciata della chiesa di Santa Susanna, ispirata in parte alla Chiesa del Gesù ma accentuandone il contrasto plastico delle membrature, e, soprattutto, il completamento della fabbrica di San Pietro, incarico che l’architetto ottenne vincendo il concorso di progetti indetto nel 1606 da papa Paolo V. In questo caso Maderno si trovò di fronte al delicato problema del prolungamento longitudinale della basilica e della costruzione della nuova facciata, alla quale conferì un forte sviluppo orizzontale per lasciare visibile, per quanto possibile, la cupola michelangiolesca. Verso gli ultimi anni della sua attività Maderno riceve da papa Urbano VIII Barberini, nel 1624, l’incarico di trasformare il palazzo Sforza alle Quattro Fontane nella nuova residenza di famiglia, ma l’edificio, progettato forse in collaborazione con Borromini, fu realizzato poi dal Bernini, apportando importanti modifiche alla concezione originaria. Carlo Maderno morì a Roma nel 1629.