Figlio dell’architetto Giovan Battista Mola, il pittore, nato a Coldrerio nel 1612, si forma in due importanti botteghe, quella romana del Cavalier d’Arpino e quella bolognese di Francesco Albani. La sua pittura si distingue per l’uso d’un colore – definito “neoveneziano” – che, se da una parte risente anche del Guercino e di suggestioni caravaggesche, da un’altra sembra anticipare le ‘macchie’ del Realismo ottocentesco, mostrando anche una particolare attenzione per il paesaggio. L’artista, molto apprezzato dai papi Innocenzo X Pamphilj (1644 – 1655) e Alessandro VII Chigi (1655 – 1667), ottiene a Roma importanti commissioni e, nel 1662, viene eletto principe dell’Accademia di San Luca. Fra le sue opere si ricordano gli affreschi della cappella Nuova nella chiesa della Madonna del Carmine di Coldrerio (1641-42), il ‘San Giovanni nel deserto’, l’affresco per il Palazzo del Quirinale con ‘Giuseppe riconosciuto dai fratelli’, realizzato sotto la direzione di Pietro da Cortona fra il 1656 e il 1657, e i quattro dipinti (olio su tela), noti come allegorie dei Sensi, per il palazzo Chigi di Ariccia. Pier Francesco Mola muore a Roma il 13 maggio 1666.