Lorenzo Retti, che firma e compare come testimone nel testamento di Giulio Quaglio del 1733 e che nel 1751 annuncia la morte dell'artista assieme al figlio Michelangelo Quaglio, lavora a Udine nel cantiere di Palazzo della Porta. Sul confronto stilistico si basa l'ipotesi di una collaborazione continua del Retti con il Quaglio a partire dal 1692.