Originario della Valle Intelvi, fu attivo nei decenni centrali del Cinquecento nella regione della Stiria. La sua attività tanto intensa non passò inosservata a corte tanto che il 22 giugno 1558 Ferdinando I d'Austria, con suo decreto imperiale, elevò Domenico de Allio alla dignità nobiliare, con diploma ancora oggi depositato presso l'Archivio generale dell'amministrazione di Stato di Vienna. Nel decreto si legge:"...al nostro fedele apprezzatissimo Domenico de Lallio, al nostro architetto il nostro ringraziamento imperiale e l'augurio di ogni bene...per cui abbiamo elevato Te, Domenico Lallio a noi molto noto, alla dignità nobiliare, per la tua futura grande fedeltà ed attività esplicata ai confini delle nostre terre, in Croazia ed in Slovenia con nostra soddisfazione". Al Dell'Allio venne quindi conferito uno stemma nobiliare così blasonato:" di rosso al mazzetto d'aglio d'argento con cinque steli di verde; scudo sormontato da elmo coronato d'oro dal quale esce un'aquila nera ad ali spiegate rostrate d'oro e linguellata di rosso". Durante un'ispezione in Croazia secondo Edoardo Deaglio Domenico perse la vita assassinato da comitagi macedoni; secondo la Wagner-Rieger invece sarebbe morto a Graz.