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Palazzo Serbelloni 

 

Tipologia
Palazzo

Palazzo Serbelloni è in ordine di tempo il primo palazzo privato progettato da Simone Cantoni a Milano. Terminato dopo palazzo Mellerio, fu dalla critica erroneamente ritenuto un’esperienza successiva, poiché i differenti risultati raggiunti, in cui si individuano in modo chiaro gli assunti teorici del primo neoclassicismo lombardo, testimoniano una nuova maturità compositiva. Come si è detto, il contatto con i Serbelloni ebbe luogo durante il primo periodo di domicilio di Simone Cantoni a Milano tramite il cognato Giuseppe Fontana, allora impegnato nel cantiere del palazzo della nobile famiglia. Infatti già dal 1766 era stato avviato da parte del duca Gabrio un piano di accorpamento delle varie unità edilizie allo scopo di realizzare un grandioso edificio in una delle zone più rappresentative di Milano. La vicenda ebbe tempi lunghi perché il tracciato del rettifilo stradale di corso di Porta Orientale (attuale corso Venezia), autorizzato dal consiglio generale di Milano nel dicembre 1764, richiese successive supervisioni e modifiche. Il duca, infatti, fra il 1756 e il 1769 aveva avviato una campagna di acquisti fondiari tramite la quale era riuscito ad accorpare in successione le proprietà delle famiglie Trotti, Gilardino, Ravasi e Bussetti. La preesistenza più importante verso il Naviglio era formata dalla grande "casa da nobile" con il giardino e le due case d'affitto del marchese Trotti e dalla casa dei signori Giuseppe e Paolo Ravasi. La nuova proprietà aveva però uno sviluppo planimetrico irregolare così si rese necessario eseguire una rettifica sia sul fronte verso il Naviglio che su quello di Porta Orientale. Alla già lunga trattativa con l'amministrazione pubblica si aggiunsero tre ripensamenti del duca Gabrio, due dei quali avvenuti prima che Simone Cantoni impostasse il progetto, nel 1760 e 1764. La difficoltà stava nell' accordarsi con gli uffici municipali sull'acquisto di una piccola porzione di terreno e la cessione di un'altra di minor valore. Nel primo caso l'amministrazione chiese di effettuare un taglio inclinato dell' angolo, fra il corso di Porta Orientale e il Naviglio, onde favorire la viabilità delle carrozze e la visuale del ponte a lato del lotto. In effetti un fronte edilizio che si affacciava su una via importante soggiaceva a dei principi, che in termini moderni potremmo definire di "pubblica utilità". Nel dicembre 1764 fu approvata dalle autorità superiori la modifica e nell' agosto dell' anno successivo iniziarono i lavori relativi alla costruzione di un muro che segnasse l'andamento "drittofilo" verso la strada. A queste opere prese parte il capomastro ticinese Giuseppe Fontana, all'epoca già cognato di Simone e padre di quattro figli. Le funzioni da questi svolte per la famiglia Serbelloni sono documentate da una lettera stilata nell'agosto 1766 che informa l'avvenuto sopralluogo e l'accordo tra le parti. Simone Cantoni eseguì il primo "disegno in pulito" della proposta progettuale di palazzo Serbelloni fra il 1769 e il 177 4 come si può dedurre da alcuni elementi planimetrici dello stesso e da piccoli schizzi inerenti a questa fase e conservati a Bellinzona, ma nei suoi taccuini ebbe a lamentarsi delle forti ingerenze del duca Gabrio. In questo periodo disegnò anche una facciata, come annota lui stesso, di cui però non conosciamo l'elaborato grafico, ma che potrebbe riguardare il casino Serbelloni lungo lo stesso fronte. Morto l'ottantenne duca Gabrio, il 26 novembre 1774, gli successe il primogenito Gian Galeazzo (1744-1802), che seguì in maniera attenta i lavori esercitando il diritto di proprietà sull'intero palazzo. Coetaneo di Simone Cantoni e sicuramente più aggiornato del padre sulla moda francese circa la "moderna" distribuzione planimetrica, Gian Galeazzo si appassionò molto al progetto. Il 20 dicembre 1774 egli ottenne la concessione dal Tribunale di provvisione della terza proposta di rettifilo e nel marzo 1775 inoltrò la richiesta di poter installare un ponteggio sul corso per "dar principio alla fabrica della sua casa longo il borgo di Porta Orientale", permesso che gli fu concesso il 18 marzo 1775 dal giudice delle strade Giuseppe Resta. Nel sopralluogo in cantiere, effettuato dalle autorità competenti il 28 agosto 1775, è documentata anche la presenza di Simone Cantoni, che nel suo taccuino annotò diverse misure, prezzi, materiali da ordinare insieme a quelli per palazzo Mellerio. Il comparto però non era ancora completato poiché il palazzo necessitava di una superficie verde da adibire a giardino, così il 26 marzo 1776 Gian Galeazzo Serbelloni acquistò anche gli attigui stabili di proprietà Monti Galli. Inizialmente si procedette alla demolizione di gran parte degli stabili con fronte verso corso di Porta Orientale e alla realizzazione di un "Casino inserviente" dove la famiglia Serbelloni potesse risiedere durante i lavori. Il progetto di Simone Cantoni si articolava quindi fra la costruzione ex novo dell'appartamento "di parata" sul fronte strada, parafrasando i termini usati da Milizia, e la ristrutturazione, nella zona più arretrata, delle parti preesistenti di palazzo Trotti che vennero adibite ad appartamenti privati con affaccio verso il giardino. Il cantiere si svolse in un lungo arco temporale, per questioni storico-politiche sopravvenute fra il 1797 e l'inizio dell'Ottocento e per le conseguenti difficili congiunture economiche, che non lasciarono indenne nemmeno il ricco patrimonio della famiglia Serbelloni. La storiografia ufficiale ha voluto vedere in questo ritardo delle incomprensioni verificatesi tra la committenza e l'architetto, ma se incomprensioni vi furono sono da far risalire solo al rapporto con Gabrio Serbelloni e non di certo con il suo erede. La decisione di rimandare la realizzazione della facciata e il completamento di alcuni lavori fu dovuta a cause squisitamente economiche, seppur celate per mantenere "l'onore della stessa aristocratica famiglia". Nel gennaio 1775 Cantoni scrisse a Giuseppe Fontana che stava lavorando "con premura ai dissegni per il Sig.e Duca Serbelloni" grazie ai quali avrebbe steso una nuova proposta per rivoluzionare l'impostazione planimetrica precedente voluta dal duca Gabrio. Le piante conservate presso l'Archivio di Stato del Canton Ticino sembrano però anteriori a questa rielaborazione perché presentano tre ingressi verso il corso di Porta Orientale, una soluzione superata già nel dicembre 1774, come documentano sia la lettera indicata sia una relazione tecnica. Tali studi planimetrici dovettero servire per una elaborazione intermedia, databile fra il 1769 e il 1774, in cui furono stesi appunto i due disegni del piano terra e del primo piano, che presentavano entrambi una grande sala centrale collegata a diversi ambienti e ad un oratorio privato a pianta circolare. Tutto l'impianto è impostato su una rigorosa composizione ortogonale verso il fronte. L'impostazione planimetrica è molto razionale e aggiornata nella distribuzione a enfilade delle stanze, nel posizionamento dello scalone rispetto all' atrio e nell'articolazione ad appartementi: Interessante è la scelta della "stanza ottagona" posta alle due estremità del fronte principale al fine di facilitare il raccordo con assi di differente inclinazione. L'uso di tali forme geometriche in pianta è da riferire alla cultura francese; l'indicazione valeva soprattutto quale espediente nelle situazioni di lotti irregolari in quanto dava modo di raccordare gli assi principali della distribuzione planimetrica. Le stanze ottagone di Cantoni, infatti, si trovano nei punti "difficili", ove viene modificato l'asse di riferimento e quindi l'ortogonalità delle stanze successive, ossia in presenza di un'impostazione planimetrica a simmetria ternaria. Tale principio compositivo è particolarmente visibile nell'atrio che dà accesso al palazzo dal corso di Porta Orientale. Cantoni, con un'abilità che gli è propria, adottò tre assi visuali che dipartono dall'ingresso, avendo come punto centrale l'interasse del portone. Il vestibolo diventa quindi un perno da cui s'irradiano i tre assi visivi principali: quello centrale perpendicolare al corso di Porta Orientale e posto assialmente al fronte, e i due obliqui con pari angolo che centrano le due porte laterali dell' atrio e raggiungono l'uno il giardino e l'altro la corte interna. La complessa composizione è impostata su "una regola" raziocinante che permette d'individuare i percorsi. Il vestibolo inoltre presenta una possanza particolare degli elementi strutturali e una spazialità animata da alternanze di luci e ombre in cui l'ordine e la direzione è data dai tre assi visuali. Tutto ciò è chiaramente identificabile oltre che nelle due piante sopraccitate anche nel disegno di facciata che le accompagna, in cui sono compresenti diversi elementi architettonici, colonne, paraste, erme, peducci, che testimoniano lo studio compositivo in fase di ricerca risolutiva. Nel maggio 1775 Cantoni annotò sul suo taccuino di aver ricevuto 129 gigliati "per le Piante e il dissegno grande della Facciata", ovvero del prospetto principale su corso di Porta Orientale. L'elaborato grafico del fronte di palazzo Serbelloni, conservato in un Fondo privato, corrisponde perfettamente a quanto realizzato: tripartizione centrale, sottolineata da un ordine gigante a colonne libere e paraste binate, e assialità, indicata dall'ampio portale a tutto sesto e dalla lunetta superiore inserita nel timpano. Nelle due partiture laterali simmetriche la scansione è affidata alle fasce marcapiano che ne accentuano l'orizzontalità, mentre le cimase delle finestre presentano modanature lineari. Sapiente è la ripartizione ritmica delle due paraste binate, poste negli angoli e l'effetto cromatico derivato dall'utilizzo del granito rosato di Baveno e dalla pietra dorata di Viggiù. In granito, definito nelle lettere "miarolo rosso", sono realizzati la parte basamentale del palazzo, le due grandi colonne e tutti gli elementi portanti quali pilastri e lesene; mentre in pietra bianca di Viggiù sono gli elementi superiori del fronte compresa la balaustrata della loggia centrale. Dai documenti si rileva che Simone Cantoni si occupò del materiale lapideo per la facciata a partire dai primi mesi del 1779, e nello stesso periodo stipulò diversi contratti per la fornitura dei marmi per gli interni da "farsi a regola d'arte seconda la sagoma, grandezza, contorno, forma e maniera" dettata dall' architetto. Nel settembre dello stesso anno eseguì "li dissegni per tutti li ornamenti delli nuovi ap.ti verso mezzogiorno" e probabilmente in questo periodo stese anche gli elaborati grafici riguardanti l'appa¬rato decorativo delle sale di rappresentanza. Alla fine del 1778 tutta la struttura muraria al grezzo risultava terminata e bisognava procedere alla realizzazione degli elementi architettonici del fronte e alla decorazione interna delle sale. Il cantiere relativo alle opere di facciata dovette però fermarsi prima del 1780 per questioni economiche e forse anche per le discussioni sorte all'interno della famiglia Serbelloni, come attestano i commenti a margine delle lettere scritte da Antonio Crivelli Visconti e Giuseppe Carpani a Simone Cantoni. I lavori, interrotti all'altezza dello "zoccolo" del piano terra, ripresero solo nell' aprile 1783, ma procedettero sempre con estrema lentezza. Cantoni continuò nel frattempo a frequentare il salotto Serbelloni come è documentato anche dai doni ricevuti e annotati nel suo taccuino: "1781. Ricevuto in dono da S.E. il duca [Serbelloni] una scatola di Pietra d'Egitto lavorata in oro; può valere circa 15 G.ti ed un Anello con Zaffiro contornato di piccioli diamanti può valere circa G.ti 35, in tutto G.ti 50. Sopra il coperchio della scatola vi è in bassorilievo il Ritratto dell'Imperatrice Catt.a 2.da di Moscovia". Procedendo con meticolosa "cura dedicata a rendere essenziale il disegno" Simone Cantoni realizzò una corte interna molto allungata, allo scopo di dar "luce e respiro" al grande palazzo, in cui la gerarchia dei vari livelli con le loro funzioni diventa linguaggio architettonico: il piano terra è scandito da un portico ad arcate a tutto sesto con ritmo ternario e suddiviso da una doppia parasta tuscanica, il secondo livello presenta ampie finestre che riprendono la scansione ritmica a paraste di ordine ionico, a conclusione vi è un piano di servizio che si sviluppa su un livello più arretrato in cui le aperture sono suddivise da splendide erme in pietra scolpite da Francesco Carabelli. Il cantiere risulta concluso a fine estate del 1793 dopo che vennero innalzate le colonne "di rilevante mole". Simone Cantoni riuscì a creare una struttura in legno posta su un carro allo sco¬po di elevare al primo piano i due preziosi elementi in granito di Baveno, senza romperli. Il duca Serbelloni fu soddisfattissimo del "felice innalzamento" delle colonne e, come annota Cantoni nel suo taccuino, gli manifestò "un grazioso ringraziamento per le cure e idea ed invenzione delli Cunei applicati alle colonne e del carro e castello in cima al med.o per comporle al rispettivo centro delle loro Basi".

Regesto Eventi
Anno Luogo Evento o ruolo Artista
1770ProgettoSimone Cantoni