Il Vesme ricorda che in un censimento della popolazione di Torino del 1705 il magistro viene registrato come "Secondo Casella, piccapietra, absente, d'anni 66; Antonio suo figlio, d'anni 20". I documento consultati non indicano mai il nome del padre di questo magistro. Nel 1692 lo troviamo attivo, assieme a Francesco Aprile, presso la cappella del SS. Sudario nel Duomo di Torino; tra 1693 e 1701 partecipa a diverse gare d'appalto, da solo o con lo stesso compagno, che sembra costituire con lui una sorta di "società". In quest'ultimo anno, dopo aver preso parte per sbaglio ad una gara d'appalto per gradini e pavimento in pietra al cantiere della Cittadella di Torino, fa da garante in favore dei vincitori della gara, i fratelli Antonio e Carlo Solari. Un documento del 1712 sembra far riferimento all'avvenuta morte del magistro, rendendo così dubbia la notizia riportata dal Vesme secondo cui l'ormai settantottenne piccapietre nel 1717 sarebbe stato ancora attivo come "consigliere" del figlio Antonio.